Il Ciclo della Jungla Emilio Salgari |
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Mompracem vivrà il canto di un bimbo si alzerà la palma nel vento griderà a Mompracem la libertà Mompracem vivrà il cuore più forte batterà la luce negli occhi brillerà a Mompracem.... |
Se c'è una cosa che amo, dopo la scrittura, è proprio l'opera Salgariana, e in particolare il ciclo definito popolarmente "della Jungla", in sostanza quello che racconta le avventure del manipolo di eroi cui fa capo lui, Sandokan, il personaggio letterario che più mi ha influenzato nella vita.
Sandokan lo conoscono tutti, anche solo di nome, lo sceneggiato che fu trasmesso dalla RAI più di quarant'anni fa, oramai, è una specie di leggenda, e sfido chiunque a non conoscere almeno il nome del migliore amico di Sandokan, o anche il nome della loro isola, Mompracem, la tana delle Tigri, dei pirati, e il nome che ha fatto tremare James Brook e l'Inghilterra tutta nel romanzo.
La Tigre della Malesia.
Forse mi faccio un po' trasportare, lo ammetto, ma non riesco a essere obiettiva, non riesco ad esserlo quando si parla di manga e anime, figuriamoci quando si parla di una cosa del genere! Le avventure più grandi le ho vissute sui libri che il Capitano (il nome che gli appassionati hanno dato a Salgari, ndr) ha scritto, i più grandi insegnamenti me li hanno dati i Tigrotti, e forse non sarei la stessa persona che sono ora se non avessi mai letto questi romanzi.
Infantilismo? Forse.
Fuori moda? Molto probabile.
Ciononostante, la realtà è questa, la bellezza di queste storie sta nel leggerle e farsi trasportare, e non è vero quando si dice: "E' roba per bambini" oppure "Sono vecchi, non interessano": i nostri genitori sono cresciuti leggendoli e non si possono dimenticare certe cose, assolutamente.